Enrico Olioso

Socio Slow Food e co-produttore al Mercato della Terra di Sommacampagna

Ogni giorno le persone sono portate a confrontarsi con temi che riguardano la sostenibilità degli attuali stili di vita che caratterizzano il mondo cosiddetto occidentale: La forte industrializzazione degli alimenti, la gestione dei rifiuti ad iniziare dalle plastiche, la gestione dei territori abbandonati, la perdita di biodiversità, etc.

Questi temi ci rendono da un lato consapevoli che l’impronta che stiamo lasciando nel mondo deve essere modificata e resa più sostenibile, dall’altro però ci rende anche impotenti rispetto alla capacità di individuare buone pratiche che consentano di concretizzare questa consapevolezza.

Ad esempio, tra i temi cari a Slow Food e che mi hanno portato a condividere l’esperienza come socio, quali la biodiversità e l’educazione, la possibilità di diventare testimone attivo richiede uno sforzo non semplice.

Infatti, se da un lato conoscere gli attori della biodiversità, cioè i piccoli produttori che con la loro determinata azione favoriscono la coltivazione e l’allevamento di specie tradizionali che fanno parte della storia della biodiversità del territorio che ci circonda, è già un’attività non facile, dall’altra riuscire ad incontrarli con sistematicità uno ad uno richiede uno sforzo che non può andare oltre alla pur utile occasionalità.

In un contesto di questo tipo, l’iniziativa Slow Food di organizzare i Mercati della Terra è stata sicuramente una bella e grande opportunità che ha contribuito a realizzare effettivamente azioni di partecipazione responsabile.

Quando due anni fa, nel 2017, la Condotta Slow Food Garda Veronese inizio ad interessarsi a questo progetto individuando delle possibili tracce di organizzazione di questa iniziativa sul territorio in cui vivo, la speranza di poter tradurre in modo concreto queste azioni iniziò a concretizzarsi.

Una concretizzazione che si manifesto per la prima volta nel luglio 2018, quando, in piazza Castello a Sommacampagna venne organizzato il primo Mercato della Terra in Veneto, grazie anche all’importante coinvolgimento dell’amministrazione comunale locale.

Un appuntamento quel giorno che non si poteva perdere. Lo sguardo della piazza fu confortante sia per il numero di piccolo produttori che erano presenti, sia per la qualità della loro presenza che si poté sperimentare andandoli a conoscere uno ad uno.

Quel primo giorno, nella piazza principale di un paese di provincia, si poterono conoscere piccoli produttori che coltivavano frutta ed ortaggi mai gustati prima per il loro sapore autentico. Per non parlare dei produttori di formaggi di alpeggio che mostravano con la loro genuinità e qualità una capacità unica di interpretare la cura degli animali (capre e pecore) e la lavorazione del loro latte.

E poi ancora carni di animali da cortile che potevano far provare il gusto di assaporare un allevamento seguito con cura e pazienza, lontano dai modelli intensivi a cui purtroppo ci siamo abituati.

Insomma un’esperienza che ha saputo avvicinare non solo le persone già vicine a Slow Food ed ai suoi principi, ma anche coloro che, colti dalla curiosità di poter sperimentare ogni prima domenica del mese un mercato così originale, si sono rese progressivamente conto dell’esperienza educativa a cui erano stati attratti.

A distanza di quasi un anno e mezzo dall’inizio di questo Mercato della Terra è confortante e rende felici cogliere in persone inizialmente lontane dai temi cari a Slow Food un entusiasmo ed una capacità di testimonianza che è diventata nel tempo naturale promozione di questo appuntamento mensile a cui non mancare.

Grazie a Slow Food, un intento teorico di avvicinamento ad una maggiore sensibilità relativa ai temi della biodiversità e dell’educazione ad essa, ha potuto prendere forma e diventare reale esperienza di vita quotidiana.

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